Lettera aperta del nostro presidente pubblicata sul sito del club rivolta agli azionisti e al mondo del calcio.
Tanti i temi toccati: il bilancio, le riforme del calcio italiano, i diritti televisivi e molto altro ancora.
Questione bilancio: "Cari Campioni d’Italia,
Il bilancio che sottoponiamo alla vostra approvazione segna un
crocevia nella storia recente della Juventus. Si tratta, infatti, di
un’importante tappa di un percorso, iniziato nel maggio del 2010, di
ricostruzione e di avvio di una nuova fase di sviluppo. La vostra
società chiude l’esercizio con un risultato operativo positivo e con un
esiguo utile ante imposte. La presenza nel nostro sistema fiscale
dell'Irap, un’imposta unica nel panorama internazionale, ci porta a
registrare una perdita.
Gli ingredienti che hanno contribuito al turnaround sono molteplici
ma riassumibili in un profondo ricambio manageriale, che ha riportato
alla sua naturale centralità la gestione sportiva, mantenendo
contestualmente una costante tensione volta al reperimento di nuovi
ricavi e al controllo dei costi".
Il gap economico con i top club europei resta grande: " Le sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni sono tuttavia ancora
più impegnative. Se in Italia, infatti, il ritorno alla competitività è
sancito da questo bilancio e da una striscia storica di tre scudetti
consecutivi, i fondamentali economici dei competitor internazionali ci
mettono di fronte ad una realtà evidente: il gap con i migliori club
europei rimane elevato e il divario va ridotto per permetterci di
aspirare a risultati in linea con la nostra storia internazionale. Le
donne e gli uomini della Juventus sono abituati ad affrontare le
difficoltà, sul campo come in sede, profondendo il massimo impegno. E’
una questione di cultura aziendale, che tutti preservano e alimentano
con costanza".
La Juve ha iniziato un processo di cambiamento che non trova eguali nel calcio italiano: " Fin dall’inizio del mio mandato ho segnalato la necessità e l’urgenza di
alcune riforme strutturali di ‘sistema’. Tutto è cambiato nella
gestione della Juventus, ma quasi nulla nel contesto nazionale di
riferimento. Il profondo lavoro di rinnovamento interno trova, quindi,
un limite formidabile nel mancato sviluppo complessivo del calcio
italiano. Cambiare questo stato di cose è un’operazione complessa che ha
i caratteri della massima urgenza per raggiungere gli obiettivi che ci
prefissiamo. Il nostro calcio ha necessità di grandi misure di carattere
domestico e di un nuovo slancio verso i mercati internazionali".
Lo Stadium ne è una prova tangibile: " Lo Juventus Stadium, di cui siamo fieri ed orgogliosi, rimane l’unico
esempio di struttura sportiva all’avanguardia, in grado di rappresentare
un modello di sicurezza e di offrire sia un’esperienza ‘live’ sia
un’immagine televisiva di alto livello. Esso, purtroppo, rappresenta
solo un ventesimo del potenziale ‘prodotto stadi’ italiano: troppo poco
affinché la gestione collettiva del calcio nazionale riesca a imprimere
una decisa accelerazione. Lo sviluppo di nuove infrastrutture è il tema
cruciale del prossimo quinquennio, durante il quale il calcio italiano
dovrà saper scegliere tra competitività internazionale, sia sul campo
sia nella diversificazione e nell'incremento dei ricavi, o marginalità,
cui oggi pare condannato inesorabilmente".
Questione diritti televisivi: " Il valore collettivo dei diritti televisivi della serie A e delle
competizioni internazionali è in costante crescita, segnale evidente di
un mercato che dimostra interesse per il calcio. Si tratta di un
privilegio di cui possono godere pochissimi comparti industriali e che
va tutelato. Nella ripartizione di questi proventi è necessario
condividere un meccanismo in grado di riconoscere sia il valore dei
grandi club, cui la Juventus appartiene, sia tutelare economicamente
quelle società che, per disavventure di carattere sportivo, dovessero in
futuro trovarsi ad essere escluse dalla serie A. La mancata
partecipazione alle coppe europee è oggi un incidente che colpisce le
società di medie e grandi dimensioni, ma la retrocessione dalla A alla B
è un’evenienza che mette in discussione perfino la continuità e la
sopravvivenza di qualunque club. In Lega di Serie A, pertanto, al
momento della ripartizione dei diritti dovremo tutti responsabilmente
tenere conto di questa situazione perché la sostenibilità del calcio
italiano non sia messa in crisi ulteriormente".
La Lega di Serie A deve tornare ad avere un ruolo guida nel nostro calcio: " Proprio la Lega di Serie A deve riappropriarsi del suo ruolo di
leadership, riuscendo a proporre una revisione della governance di tutto
il calcio italiano per fare piazza pulita di un livello di litigiosità e
di scarsa trasparenza francamente oggi non più accettabile. I veti
incrociati e i pesi elettorali, non equamente distribuiti, hanno portato
prima all’interruzione e poi alla paralisi dello sviluppo che invece
deve ripartire di slancio".
Riduzione delle squadre e creazione delle seconde squadre, queste sono due proposte concrete: " E poi il calcio. Quello che tutti amiamo, quello per cui la passione
della gente rimane intatta. È necessaria un’ulteriore riduzione del
numero di società professionistiche, accompagnato da una revisione della
composizione delle rose, per garantire alle nazionali un adeguato
rifornimento di giocatori convocabili. Sono priorità che andranno
accompagnate da altre due importanti riforme con un unico comun
denominatore: il talento. La prima è un’adeguata politica
dell’immigrazione, che sia rispettosa delle leggi dello Stato, ma anche
dello sviluppo del sistema e dei diritti umani. Infine il tema delle
seconde squadre, da preferire alle cosiddette “multiproprietà”, poiché
già testato in molti paesi (Spagna, Olanda, Inghilterra) e poiché
assicura una crescita dei talenti costante e armoniosa con un solido
interscambio con la Prima Squadra. Una generazione di grandi calciatori
italiani sta completando la sua carriera e il prossimo triennio dovrà
farne crescere rapidamente una nuova, capace di raccoglierne il
testimone".
Tema dello sviluppo della Juventus: " Dal canto nostro, pensiamo che i prossimi anni saranno cruciali sia
sotto il profilo sportivo sia per la sostenibilità del ‘modello
Juventus’. Il rinnovo dell’accordo con Jeep fino al 2021, la nuova
partnership di sei anni con adidas, lo sviluppo immobiliare nell’area
della Continassa che vedrà sorgere la nuova sede e il nuovo centro di
allenamento della prima squadra, gli importanti investimenti nel settore
giovanile, dalla riconversione in Academy del centro di Vinovo alla
massima attenzione ai talenti emergenti, il continuo sviluppo dei
digital media e la proficua partecipazione in seno agli organismi
internazionali European Club Associations (ECA) e Union des Associations
Europèennes Football (UEFA), ci dicono che la Juventus è ben
posizionata per continuare nel suo percorso di sviluppo virtuoso in
Italia, pur consapevoli di dover continuare a perseguire ogni attività,
anche inesplorata.
Per quanto riguarda l’espansione internazionale, le strutture della
Juventus sanno che cruciale è l’internazionalizzazione del nostro
brand. In primis, una costante competitività nelle coppe europee, sia in
Champions League che in Europa League. Tuttavia per acquisire una reale
dimensione sportiva e commerciale internazionale sono fondamentali
alcuni fattori, purtroppo non tutti da noi direttamente controllabili. I
limiti del sistema, cui accennavo prima, stanno già circoscrivendo
alcune importanti opportunità di sviluppo".
Infine, alcuni ringraziamenti: " Sulla nostra strada, in questi quattro anni, abbiamo potuto avvalerci
di grandi professionalità: Giuseppe Marotta e Aldo Mazzia rappresentano
i vertici di questo club, che ha nei suoi organici persone di grande
qualità, Fabio Paratici, Pavel Nedved e Francesco Calvo su tutti, che
perseguono con tenacia gli obiettivi della società. Antonio Conte, cui
va il ringraziamento di tutti, ha deciso per sé un nuovo percorso
professionale. Il nostro impegno è oggi a sostegno di un nuovo
allenatore: Massimiliano Allegri, un vincente, che ha già portato tra
noi nuova passione e un nuovo desiderio di sfidare tutto e tutti
Fino alla fine…
Andrea Agnelli"
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